I più grandi deserti della Terra
Fino a qualche anno fa la risposta era univoca: il Sahara (Nota: nove milioni di chilometri quadrati, cui se ne possono aggiungere circa un milione e settecentomila, riferiti a quelli del deserto libico- nubiano). Adesso si è visto che, in effetti (vedi il sito Wikipedia), i più vasti “deserti” sono quelli polari: l’Antartide e l’Artide (Nota: l’Antartide ha una superficie di oltre quattordici milioni di chilometri quadrati).
Tuttavia, quando parliamo di deserti, il primo impatto che
questa parola suscita nella nostra mente è la sabbia e la solitudine. Qualcosa
di nessun interesse e sicuramente da evitare. Eppure, pensando alle
spettacolari immagini di un tramonto sul deserto, o alle lunghe file di
cammelli che potrebbero stagliarsi all’orizzonte, ci sentiamo attratti da
questo luogo. Per molti potrebbe essere una sfida o uno sport: la possibilità
di attraversarlo, almeno in parte, a dorso di cammello o la Parigi Dakar,
stimola sempre la nostra mente e ci fa sognare.
Dal punto di vista orografico, un deserto è una vasta zona
disabitata, con il suolo arido e precipitazioni scarse ed occasionali, comunque
inferiori ai 250 mm annui. Spesso i deserti si trovano vicino a catene montuose
che ostacolano la formazione di nubi e pioggia. La fauna e la flora sono
pressoché assenti o molto scarse. La conformazione geologica, dovuta in
prevalenza all'azione erosiva del vento, può essere di differenti tipologie. Ci
sono i deserti di sabbia, chiamati erg, quelli rocciosi, detti hammada, o
quelli costituiti prevalentemente di ciottoli, i deserti serir.
Si possono distinguere in caldi e freddi. Il deserto caldo
ha un'atmosfera povera di umidità, è situato nella zona torrida e solitamente è
caratterizzato da alta pressione e da un'ampia escursione termica: la
temperatura, molto alta di giorno, nelle ore notturne si abbassa notevolmente.
Proprio l'escursione termica è responsabile del
disgregamento delle rocce e della mancanza di vegetazione, in quanto le piante,
che pure riescono ad adattarsi ai forti sbalzi termici tra estate e inverno,
abbassando la loro temperatura tramite delle grandi foglie, che permettono una
notevole evaporazione nelle stagioni calde, mentre durante il periodo freddo
fanno cadere le foglie e rimangono in una situazione simile al letargo di
alcune specie animali, nulla possono nel deserto, dove le forti escursioni termiche
avvengono nell’arco di una giornata e questo procedimento non può essere
realizzato in così breve tempo. L'evaporazione in queste aree è molto forte:
solo i fiumi che trasportano grandi volumi d'acqua, come il Nilo o il Colorado,
sono in grado di attraversarle.
Ma il deserto non è solo sabbia o rocce erose dal sole.
Questa idea è ormai radicata nella nostra mente per via del Sahara e della
penisola araba, che forse sono le zone desertiche più conosciute.
I deserti freddi, invece, si sviluppano nelle regioni
lontane dagli oceani e nelle zone più settentrionali dell'emisfero boreale,
come il deserto del Gobi in Asia e il “Gran Bacino” sulle Montagne rocciose in
America del nord. Nell’emisfero sud, abbiamo invece quello della Patagonia in
America. Anche la fascia centrale dell’Asia è costellata di deserti, in genere
freddi, molti dei quali sono compresi nel vasto altopiano del Tibet. Il clima
rigido fa sì che la vegetazione si riduca a licheni e muschi. Qui l'umidità non
è bassa e le precipitazioni avvengono in forma di neve.
Va infine ricordato che esistono anche deserti costieri,
come quello della Namibia in Africa, o quello di Atacama in Cile, forse il
deserto più arido del mondo.
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